Cosa mangiare a Cesenatico è sicuramente una domanda che si pone chiunque capiti nella nostra terra, per lavoro o vacanza, questo perchè mangiare a Cesenatico si sa, significa poter gustare tutta la costa che Cesenatico può vantare, con l’abbondante pescosità dell’Adriatico e l’antica tradizione della cucina a base di pesce.
Ma la storia va fatta vivere, la tradizione mantenuta al passo con i tempi!
Attorno alla cucina di mare, quella che è nata sui pescherecci del porto Canale di Cesenatico, c’è tutta una serie di consuetudini che, se lasciate nel dimenticatoi, corrono il rischio di perdersi fra i meandri della nostalgia e dei ricordi.
Ma c’è chi lavora quotidianamente affinchè ciò non accada: per esempio nelle Osterie del Gran Fritto ogni giorno, nel pieno rispetto della stagionalità del pescato, vengono proposti piatti che mantengono viva la storia della gastronomia del mare, di quello davanti alle coste di Cesenatico. Lungo le rive del suggestivo porto canale disegnato da Leonardo Da Vinci, è possibile degustare i piatti tipici della tradizione marinara locale, alcuni dei quali rigorosamente accompagnati da piadina romagnola e accostati ai veri vini di territorio.
Cesenatico stessa lavora in questa direzione, organizzando ogni anno due importanti appuntamenti gastronomici: “Azzurro come il pesce” in primavera e “Il pesce fa festa” in autunno. Tutto ciò è volto a valorizzare le qualità organolettiche del pesce azzurro che da sempre viene consumato sulle nostre tavole.
Sopra a tutto c’è la grande Cucina Romagnola, ricchissima di piatti e ricette nate da antiche tradizioni. I suoi caratteri sono eminentemente contadini, si rifanno alla tradizione suina e alla produzione casearia di pregio che proviene principalmente dalle colline del cesenate. Piuttosto che in una lista di piatti caratteristici, l’identità gastronomica locale sta in un complesso di saperi, soprattutto popolari.
Il primo e il più antico di questi è, se la parola cultura non imbarazza, la “cultura delle insalate”, cioè delle piante commestibili, sia coltivate che spontanee: centinaia di specie la cui sicura conoscenza, trasmessa di madre in figlia, ha resistito fin quasi ai nostri giorni. Poi c’è la cultura ampia e raffinata della sfoglia “fatta in casa” da cui si ricavano le tagliatelle, i tagliolini, i quadrettini, i maltagliati, gli strichetti (o farfalline), i malfattini, i garganelli, nonché le paste ripiene come i cappelletti, il piatto natalizio per eccellenza e i ravioli, con ripieno di spinaci e ricotta. Sempre con la sfoglia senza uova sono fatti i ritorti strozzapreti. Nell’arte della sfoglia ha piena cittadinanza anche la preparazione della piadina romagnola e dei crescioni alle erbe di campo.
E che dire dei passatelli, della tardura, degli gnocchi di patata: se vi trovate a Cesenatico non potete fare a meno di provarli! Ma ricordate: in dialetto romagnolo non esiste il termine “pasta”. I primi piatti della cucina locale, in brodo o asciutti che siano, vengono chiamati in genere mnestra (minestra), si dice mnestra sòta(asciutta) o mnestra int e’ brod (in brodo).
Questa è la tradizione, quella che viene tramandata di madre in figlia, di nonna in nipote di cosa mangiare a Cesenatico. E’ quella che dietro di sé nasconde la storia della Romagna, del suo clima e della sua terra; ma c’è anche ricerca e innovazione, quella dei grandi chef che solo con queste radici riescono a creare grandi piatti.
Uno di questi è certamente Gregorio Grippo de La Buca di Cesenatico (una stella Michelin) che quotidianamente interpreta con consapevolezza e rispetto le materie prime che il mare e la terra gli mette a disposizione.
E allora, avete scelto cosa mangiare a Cesenatico?